Meridiane
Nel Borgo Vecchio di Bardonecchia sono ancora presenti diverse case storiche un tempo abitate da importanti famiglie del luogo. Alcune di queste abitazioni presentano, sulle facciate esposte a sud, delle antiche meridiane. Al di là della loro funzione di orologi solari, sono interessanti testimonianze di quell’arte minore che è stata la pittura muraria. I quadranti erano finemente dipinti e presentavano un motto di tipo morale, che spesso incoraggiava alla preghiera ed al lavoro.
La realizzazione di una meridiana sulle case delle famiglie di rango era una manifestazione di prestigio; infatti, solo le famiglie più abbienti potevano commissionare lavori di tipo pittorico agli artisti itineranti tra Ottocento e Novecento.
Casa Ambrois
Questo storico edificio, situato in Via Herbarel 1, reca sulla sua facciata una meridiana con un’iscrizione in parte sbiadita “Vulnerant omnes, ultima necat”: tutte le ore feriscono, l’ultima uccide
Casa Clovis Ambrois
In Via Pasubio 8 dietro la balconata in legno di questa baita recentemente ristrutturata si scorge una meridiana riccamente decorata con la dicitura “Labor si sole patet”: se c’è il sole, c’è lavoro.
Casa Allemand
All’angolo tra Piazza Suspize e Via Giolitti, Casa Allemand conserva sulla facciata principale una bifora con colonnina centrale in marmo ed un’antica meridiana, con il motto “coelum regula mea”: il Cielo è la mia regola.
Casa Pellerin
Questo antico edificio si trova in Via Fiume 6; degni di nota l’arcata del portone in pietra carniola su cui è incisa in cifre gotiche la data 1555, la balconata in ferro battuto di buona fattura e l’antica meridiana che riporta la frase “Ombra son del sole figlia”.
Edifici di interesse storico ed architettonico
Casa Brunet
In Via Des Geneys si affaccia sulla piazza della chiesa parrocchiale Casa Brunet: particolarmente interessante è l’imponente arcata in pietra del ‘700, sormontata da una pigna, che simboleggia la fertilità.
Casa Barneaud (Cappella di Sant’Ippolito)
Sull’angolo tra Via Des Geneys e Via Tre Croci è presente un edificio, ora trasformato in abitazione, che fu utilizzato quale chiesa parrocchiale per 23 anni, da quando, nel 1806, la chiesa principale crollò parzialmente, fino a quando nel 1833, venne consacrata la nuova chiesa. Si trattava, allora, della sede della confraternita di Sant’Ippolito, antica istituzione con scopi religiosi e sociali. Il passato di quest’edificio è confermato dalla presenza di una croce, ben visibile sul culmine del tetto.
A Bardonecchia sono presenti anche ville dei primi del Novecento ed edifici privati e pubblici progettati da rinomati architetti.
Villa San Sisto
Nel 1953 l’Arch. Paolo Ceresa progettò Villa San Sisto riconoscibile dai quattro prospetti tutti diversi, dalla pulizia dei volumi e dall’originalità dei particolari costruttivi, come quelli dei serramenti; un design che la rende ancora oggi modernissima. Oggi è ancora visibile in Via Mazzini 10.
Villa Ceresa Nuova
Nell’ambito del più ampio progetto volto a creare un nuovo borgo, tra il 1908 e il 1910, l’Ing. Carlo Angelo Ceresa progettò e costruì, a monte di Viale Capuccio, in un parco di conifere dal colore grigio-blu, Villa Ceresa Nuova; la villa fu decorata in calce bianca e polvere di marmo lavorata in affresco o grafito dai colori intensi e saturi in maggioranza ocra, rosso scuro e blu.
La costruzione fu articolata in più volumi per le diverse funzioni: la torretta fu posizionata a Sud e l’ingresso principale ad Est. La divisione tra i locali destinati ai padroni ed alla servitù era piuttosto netta. La villa è ancora ben visibile in Via Mazzini 22.
Villa Devalle o Villa Amalia
Nell’ambito del più ampio progetto volto a creare un nuovo borgo a partire dal 1914, l’Ing. Carlo Angelo Ceresa iniziò a costruire, su commissione dell’imprenditore tessile Giovanni Battista Devalle, Villa Devalle o Villa Amalia, che la volle dedicare alla madre.
Concepita come residenza estiva l’edificio era organizzato su tre livelli abitabili costruiti a partire da un piano parzialmente interrato grazie al quale veniva compensato il dislivello del terreno.
La villa pur mostrando una certa articolazione nei volumi, risultava assai semplice nella strutturazione planimetrica che si ripeteva costante su tutti i livelli: quattro grandi sale quadrangolari raccolte attorno ad una distribuzione planimetrica a T con un generoso corridoio sull’asse Est-Ovest.
Negli anni della guerra la villa accolse i cugini Devalle sfollati, poi subì la requisizione da parte delle forze tedesche che vi stabilirono un comando di zona dall’estate del ’44 all’inverno del ’45. Tutte le facciate della villa furono oggetto di tiri d’artiglieria da parte dei partigiani francesi. La villa è ancora ben visibile all’inizio di Viale Capuccio 15.
Villa Linot
Dal 1951 al 1953 Arch. Carlo Mollino realizzò Villa Linot dando la sua impronta decisamente moderna all’architettura alpina. La villa è ancora ben visibile in Viale Bramafam 18.
Colonia Medail o Villaggio Olimpico
Nella seconda metà degli anni ‘30 la Federazione dei Fasci di Combattimento di Torino commissionò la costruzione di una colonia montana nella cittadina di Bardonecchia. Fu così che venne edificata la Colonia IX Maggio, poi Colonia Medail, posta lungo Viale della Vittoria ed inaugurata personalmente da Mussolini durante la visita alla cittadina tenutasi il 16 maggio 1939.
La colonia fu progettata da Gino Levi-Montalcini, uno dei principali architetti moderni italiani dell’epoca, che con questo progetto realizzò il più importante edificio razionalista delle Alpi Occidentali. La direzione dei lavori fu affidata, invece, all’architetto Paolo Ceresa che in Bardonecchia costruì numerosi edifici, tra cui Villa San Sisto ubicata al civico 10 di Via Mazzini.
L’imponente costruzione, pur essendo situata in una pineta, è caratterizzata dalla ricerca della maggiore insolazione e vista sul paesaggio; gli edifici sono costruiti in modo tale da creare un gioco di volumi grazie alla presenza di corpi alti, avancorpi bassi, elementi di raccordo e pensiline coperte posti intorno alla torre centrale che rappresenta il baricentro ideale dell’opera.
A seguito dell’assegnazione dei XX Giochi Olimpici Invernali alla città di Torino, la Colonia Medail venne recuperata e convertita in Villaggio Olimpico, ospitando atleti coinvolti in diverse competizioni. Per l’occasione venne costruito ex novo un edificio ed aggiunto a quelli già esistenti.
Oggi il Villaggio Olimpico è utilizzato come struttura ricettiva con una capienza di quasi 1000 posti letto ed è dotato di una serie di servizi interni, tra cui piscina, palestra, teatro e discoteca.