La Scuola di Intaglio del Melezet
La lavorazione del legno è attività diffusa in tutto l’arco alpino: il legno elemento vivo e vitale che la montagna offre generosamente alle sue genti, viene da sempre utilizzato nell’architettura spontanea e nell’oggettistica funzionale. Oggetti d’uso quotidiano, attrezzi e strumenti per i lavori agricoli e per la lavorazione del latte, oggi in disuso, ma che ancora dimostrano la loro essenziale funzionalità e l’abilità manuale dei nostri antenati; vivendo in isolamento e privi di mezzi di comunicazione per numerosi mesi all’anno, nel lungo periodo invernale in cui i lavori agricoli ed il bestiame non occupavano le loro giornate, costruivano e realizzavano gli oggetti per la casa e per il lavoro cercando di arricchire il materiale povero con decorazioni, intagli o semplici segni e simboli.
Nascevano talvolta oggetti con forme pure ed armoniose che ancora oggi non possiamo fare a meno di apprezzare e di collocare nelle nostre case. Ma in alcune aree dell’arco alpino la lavorazione del legno assume caratteristiche di alto livello artigianale e talora artistico: l’intagliatore e lo scultore raggiungono elevati livelli tecnici, sviluppano spiccata specializzazione e notevole abilità. Hanno così origine le cosiddette “scuole di tradizione”. Nelle Alpi italiane le più note sono quelle della Valle d’Aosta e della Val Gardena, ma anche in Alta Valle Susa, con lontanissime origini nel secolo XVI (la più antica testimonianza datata e siglata da un intagliatore del Melezet oggi conosciuta è costituita dal leggio della parrocchiale di Millaures e risale al 1508), l’attività della lavorazione del legno trova condizioni ideali per diffondersi ed ancora oggi offre la testimonianza della Scuola del Melezet.
In diverse chiese e cappelle dell’Alta Valle Susa sono numerose le opere lignee firmate o attribuibili a scultori ed intagliatori locali; un certo numero di tali opere vennero realizzate da esponenti di vere e proprie dinastie di artigiani-artisti originari della Frazione (un tempo comune) Melezet di Bardonecchia attive dal XVI al XVIII secolo. Da questa produzione locale trae probabilmente origine il termine Scuola del Melezet, anche se l’attività di tali dinastie (i Roude o Rode, gli Andrè, gli Ourcel) non può da sola testimoniare l’esistenza di una scuola organizzata di intaglio e scultura con finalità didattiche e professionali. Occorre inoltre precisare che anche in altri Comuni e Frazioni dell’Alta Valle Susa operano dinastie di scultori ed intagliatori: a titolo esemplificativo si può citare la famiglia Faure di Thures a cui sono attribuite le ancone degli altari di alcune parrocchie altovalsusine.
Dopo un lungo periodo (tutto l’800 e l’inizio del ‘900) di cui non si hanno notizie ne testimonianze significative di produzione locale di opere lignee, l’idea di attivare o riattivare la Scuola di Intaglio e scultura in legno viene proposta nel 1938 da Lillo Colli, abile scultore non che pioniere dell’insegnamento dello Sci a Bardonecchia, con felice intuizione delle nascenti prospettive di sviluppo e trasformazione socioeconomica dell’Alta Valle Susa: il turismo e le opportunità di mercato per la produzione artistica locale. Purtroppo gli eventi della seconda guerra mondiale frenano, quasi sul nascere, l’interessante iniziativa.
Una vera e propria Scuola del Melezet, organizzata con finalità didattiche, viene invece proposta ed attivata agli inizi degli anni ’50 dal Prof. Giuseppe Pognante (1894-1985): la profonda conoscenza del patrimonio artistico dell’Alta Valle Susa, ma anche del Brianconnese e della Maurienne di Pognante, consente al Maestro di proporne ai giovani allievi lo studio, la ricerca e la realizzazione di lavori ispirati a temi sacri e tradizionali, di motivi decorative che sviluppano un ornato sobrio e impreziosito da tipiche policromie.
Dagli anni ’50 ad oggi, con alterna continuità, si è mantenuta attiva, soprattutto a Bardonecchia, la lavorazione artistica del legno e l’organizzazione di corsi per l’insegnamento delle tecniche tradizionali: al Prof. Pognante, la scuola è stata attiva sino al 1956, sono seguiti come insegnanti il Maestro Galimberti (fine anni ’50 ed inizi ’60), il Maestro Eligio Faure (anni ’70), il prof. Nervo dell’Accademia di Torino coadiuvato dagli insegnanti Vallariello e Bruno Blanc (inizi anni ’80), Walter Re (1986-90) e attualmente gli insegnanti Angelo Vachet e Alberto Cappellino.
L’attuale produzione, a dire il vero quantitativamente piuttosto limitata, è orientata alla realizzazione di oggetti di prevalente carattere decorativo: si tratta in primo luogo dei Grappoli del Melezet intagli policromati, che traggono ispirazione da quelli settecenteschi presenti ancora oggi nella Chiesa del Melezet, ma anche pannelli decorative, stemmi e testoline d’angelo, scolpiti ad alto e bassorilievo e sviluppo plastico di motivi di disegno ornato.
Le caratteristiche tipiche dell’attuale produzione, oltre alla assoluta unicità delle opere realizzate, sono essenzialmente la valida e talvolta raffinata tecnica di esecuzione dell’intaglio, la composizione e la decorazione policroma eseguita con tecniche tradizionali o personali.
I corsi della Scuola del Melezet non sono corsi di formazione professionale, in quanto attualmente in Alta Valle Susa non esistono prospettive di occupazione a tempo pieno nel settore della lavorazione artistica del legno; non vogliono neppure essere corsi di elevata specializzazione in particolari discipline artistiche: gli attuali insegnanti, che si impegnano a titolo gratuito per passione, perseguono un unico e semplice obiettivo: trasferire le proprie conoscenze tecniche acquisite nel tempo o personalmente ricercate, con un occhio attento ai tempi della tradizione locale, per mantenere viva e presente in Valle la lavorazione artistica del legno. Gli allievi di oggi potranno essere gli insegnanti di domain e garantire la continuità della Scuola del Melezet.
Intanto il mercato turistico e locale garantisce già oggi modeste ma interessanti prospettive di integrazione del reddito di alcuni intagliatori e scultori part-time; probabilmente con la crescita della produzione di qualità tali prospettive potranno ulteriormente migliorare nell’ottica della pluriattività o attività stagionale sempre più legata alla realtà socioeconomica delle aree montane.
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